sabato 11 aprile 2020

STREAM OF CONSCIOUSNESS (STEP#06)




La tecnica narrativa "flusso di coscienza" (in inglese stream of consciousness) deve la sua notorietà a James Joyce che, influenzato dalle pubblicazioni di Freud, nel 1906 pubblica Dubliners (Gente di Dublino), nel quale si fondono realtà e mente, coscienza e inconscio. 

In questi racconti Joyce narra di come tutti gli abitanti di Dublino sono spiritualmente deboli, hanno paura degli altri abitanti e sono in qualche modo schiavi della loro cultura, della loro vita familiare e politica ma soprattutto della loro vita religiosa. In realtà, ciò che Joyce tiene a mostrare non è tanto questa situazione di debolezza, quanto il modo in cui questa si riveli alle vittime di questa paralisi morale (Joyce ne parla come Paralysis). Quindi diventare consapevoli di questa situazione è proprio il punto di svolta di ogni storia: conoscere se stessi è alla base della morale, se non la morale stessa. Per rendere consci della propria situazione Joyce ricorre all'uso dell'epifania  una tecnica in cui un insignificante particolare o un gesto, o perfino una situazione banale portano un personaggio ad una visione spirituale con cui comprende se stesso e ciò che lo circonda.

Questa nuova poetica viene poi amplificata dallo stesso Joyce nella sua più celebre opera, Ulisse. 

Un'altra scrittrice che ha usato questa tecnica è stata Virginia Woolf; mentre in Italia possiamo trovarne un esempio in Italo Svevo. 

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