lunedì 18 maggio 2020

INGEGNERIA E SOSTENIBILITÀ - STEP#13


La costante ricerca di uno sviluppo economico soddisfacente contrasta con il rispetto dell’ambiente: ne derivano problemi sempre maggiori, che non trovano facile soluzione anche a causa dell’esistenza di interessi contrastanti. Inquinamento e degrado ambientale, riduzione delle risorse naturali e accumulo dei rifiuti, aumento della popolazione e crescita urbana disordinata sono le ben note principali categorie di problemi in questione.
Alcune ingegnerie che forniscono strumenti per la gestione di problematiche ambientali sono:

Ingegneria civile: ingegneri impegnati nella progettazione di sistemi di infrastrutture, di cercare nuove soluzioni per uno sviluppo davvero sostenibile. Cercano di sviluppare nuove tecnologie, sistemi di costruzione alternativi usando materiali innovativi.

Ingegneria ambientale: progettazione, pianificazione, realizzazione e gestione di opere e sistemi di rilievo, controllo e monitoraggio dell'ambiente e del territorio.



Ingegneria energetica: progettazione di sistemi e soluzioni per l'uso razionale dell'energia, sia da fonti rinnovabili che non.

venerdì 15 maggio 2020

COSCIENZA NEL PENSIERO MEDIOVALE E MODERNO - STEP#12

BOCCACCIO - IL DECAMERON

Il Decameron racconta la vicenda di dieci giovani che, per sfuggire alla peste del 1348, si ritirano in una villa di campagna, dove trascorrono dieci giornate narrandosi vicendevolmente delle novelle per ingannare piacevolmente il tempo. L' introduzione alla prima giornata si apre con la descrizione dell'epidemia. Ciò che soprattutto colpisce Boccaccio non è solo il numero spaventoso di vittime, quanto il fatto che la peste ha sconvolto il normale assetto sociale e civile della città, facendola piombare nell'anarchia e nel disordine, mentre il timore del contagio induce persino i padri e le madri a "schifare" i loro figli ammalati. Di fronte a questo triste spettacolo e al disgregarsi di una comunità sociale governata da regole e ordine, la risposta dei dieci giovani che si allontanano dalla città è di tipo laico e non religioso, poiché i ragazzi intendono non già sfuggire l'epidemia ma piuttosto ricreare con la loro brigata una piccola società in miniatura retta da regole basate sul decoro, opponendosi in questo modo all'abbrutimento cui devono assistere quotidianamente a Firenze e dimenticando, anche se solo per pochi giorni, la tragedia che ha causato loro anche molti lutti familiari. 

JOHN LOCKE E IL PROBLEMA DELL'IDENTITÀ

Quando parliamo di persona, abbiamo in mente un essere pensante, intelligente che compie molte azioni, delle quali è cosciente. Proprio quest’ultimo è l’elemento fondamentale: la coscienza. Fin dove si estende la consapevolezza delle proprie azioni, fin lì si estende la persona, afferma Locke.
Uomo e persona sono quindi concetti diversi.


La riflessione di Locke ha il merito di aver spostato il problema dell’identità dal campo della metafisica a quello della psicologia. Nello stesso tempo, però, affida del tutto la nostra identità alla coscienza e alla sua continuità nel tempo.

mercoledì 13 maggio 2020

COSCIENZA DI SÈ E DEL PRESENTE - STEP#11

Spesso quando viviamo la storia non ne abbiamo coscienza. 

In questa situazione invece tutti noi siamo consapevoli di come la pandemia avrà grosse conseguenze sul nostro sistema, di come questo periodo sarà ricordato per sempre, a livello economico, sanitario, umanitario..


Inoltre in queste settimane di isolamento, distanziamento sociale molti di noi si sono resi conto che non possono stare lontani e noi tutti ci siamo scoperti diversi da come eravamo qualche settimana fa. C'è chi ha scoperto nuovi hobby, chi è diventato più consapevole delle fortuna che ha, chi ha conosciuto se stesso più di quanto mai avesse fatto.


Siamo stati costretti a fermarci, a vivere con le nostre paure, ansie, c'è chi è stato costretto a condividere tempo e spazio con persone con cui non era abituato, c'è chi è stato allontano dai suoi cari,..


una cosa però è certa, nonostante tutto questo, si può dire che l'essere umano sia in grado di manifestare una coscienza sociale, infatti tutti noi (chi più chi meno) ci siamo adeguati al cambiamento, abbiamo rinunciato anche solo un pò a noi stessi per agevolare gli altri e la comunità.

domenica 10 maggio 2020

U want me 2 kill him - STEP#10
film del 2013, diretto da Andrew Douglas, basato su una storia vera di febbraio 2005

giovedì 7 maggio 2020

STEP#09


L'urlo
Edvard Munch
1893-1910
Olio, tempera, pastello su cartone (91x73,5cm)
Galleria Nazionale, Oslo

lunedì 4 maggio 2020

STEP#08

Il Carmide è un dialogo platonico giovanile o aporetico, che non porta cioè ad una conclusione certa, ed areteico, cioè incentrato sulla virtù (aretè); in questo caso si concentra sulla temperanza, o saggezza. 
Quest'ultima nel mondo greco era intesa come una condizione di salute dell'intelletto, ma non era da reputarsi una saggezza puramente intellettuale: era, piuttosto, l'avere il pieno controllo di sé stessi e delle proprie passioni, cosa possibile a chiunque.
Il dialogo si svolge tra Socrate, Carmide e Crizia, che riportano ognuno una definizione di saggezza. 

Secondo Crizia la saggezza è conoscere se stessi, una scienza di se stessi.

«Ebbene», disse, «io affermo che colui che realizza cose non buone ma cattive non è assennato, mentre è assennato colui che realizza cose buone ma non cattive: infatti il compimento di cose buone io te la definisco chiaramente assennatezza».
«E certo nulla impedisce che tu abbia forse ragione; tuttavia mi fa meraviglia», dissi io, «il fatto che a tuo parere gli uomini che sono assennati ignorano di essere assennati».
«Ma non lo penso», replicò.
«Poco prima non è stato detto da te che nulla vieta che gli artigiani, anche quando fanno le cose degli altri, siano assennati?» «è stato detto, certo», disse, «ma che vuol dire questo?» «Niente; ma dimmi se secondo te un medico, quando guarisce qualcuno, fa qualcosa di utile sia per se stesso sia per colui che guarisce».
«Sì».
«Colui che agisce così non fa forse il suo dovere?» «Sì».
«E colui che fa il suo dovere non è assennato?» «è assennato, certo».
«Non è allora necessario che il medico sappia quando guarisce in modo utile e quando no? E che ogni artigiano sappia quando può trarre profitto dal lavoro che sta facendo e quando no?» «Forse no».
«A volte», dissi io, «dopo aver agito in modo utile o dannoso, il medico non sa egli stesso in che modo abbia agito; eppure, se ha operato in modo utile, secondo il tuo discorso, ha agito in modo assennato. O non è così che dicevi?»
«Sì».
«Dunque, a quel che sembra, se ha operato in modo utile, agisce assennatamente ed è assennato, ma ignora di se stesso che sia assennato?» «In realtà, o Socrate», ribatté, «questo non potrebbe mai avvenire.
Tuttavia se tu pensi, dalle mie precedenti ammissioni, che è inevitabile che ci si accordi su questo, io preferirei ritirare qualcuna di quelle ammissioni, e non mi vergognerei di dire che non ho detto cose esatte, piuttosto di ammettere che un uomo ignori di se stesso che è assennato. Io, per me, infatti, più o meno affermo che assennatezza è proprio questo, conoscere se stessi e sono d'accordo con colui che ha dedicato a Delfi tale iscrizione.


Penso infatti che questa iscrizione sia posta in modo da rappresentare un saluto del dio a chi entra, in luogo del "Salve", perché questa forma di saluto non è giusta, augurare di star bene, e non bisogna farsi questa esortazione gli uni con gli altri, ma augurarsi dì essere assennati. In questo modo dunque il dio rivolge a coloro che entrano nel santuario un saluto differente da quello che usano gli uomini: con questo pensiero fece la dedica colui che la offrì, a mio parere; e dice, a colui che di volta in volta entra nel tempio, nient'altro che "Sii saggio". Certo, parla in una maniera piuttosto enigmatica, come fa un indovino; e infatti "Conosci te stesso" e "Sii saggio" sono la stessa cosa, come indica l'iscrizione e come sostengo anch'io, ma forse qualcuno potrebbe pensarla diversamente, cosa che appunto, a mio avviso, è capitato a coloro che in seguito dedicarono le iscrizioni "Nulla di troppo" e "Garanzia porta guai". Costoro infatti pensarono che "Conosci te stesso" fosse un consiglio, ma non un saluto rivolto dal dio a coloro che entrano; quindi anche loro, per offrire consigli non meno utili, scrissero e dedicarono queste parole. Il fine per cui io dico tutto questo dunque, o Socrate, è il seguente: ti lascio cadere tutto ciò che ho detto prima - in effetti forse su quei punti avevi più ragione tu in qualcosa, forse invece avevo più ragione io, ma nulla di ciò che dicevamo era chiaro -; ora voglio renderti conto di questo, se non ammetti che assennatezza è conoscere se stessi».

http://www.miti3000.it/mito/biblio/platone/carmide.htm



SINTESI - STEP#24 Il termine coscienza ( dal latino conscientia ) indica la consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso e del mondo est...