lunedì 6 aprile 2020

UN PERCORSO VERSO LA CONSAPEVOLEZZA, IL MITO DELLA CAVERNA (STEP#04)


In una caverna sotterranea vi sono degli schiavi, incatenati e costretti a guardare e rivolgere la testa solo davanti a sé. Dietro di loro vi è un fuoco, e tra il fuoco e loro vi è un muro costruito su una strada in salita. L’immagine di chiunque passa, con qualunque oggetto porti con sé, proietta la sua ombra (grazie al fuoco) sul fondo della caverna. Ciò permette ai prigionieri di vedere solo le ombre, e non la realtà esistente.
Ma se uno riuscisse a liberarsi da quelle catene, voltandosi non vedrebbe più ombre, bensì la realtà delle cose.
Inizialmente non distinguerà bene gli oggetti, accecato dalla luce. Solo successivamente riuscirà a scrutare le cose direttamente ma ancora incapace di volgere gli occhi al sole. Dopo un po’ potrà fissare il sole di giorno e ammirare lo scintillio delle cose reali. Lo schiavo vorrebbe ora rimanere lì, in quel mondo di superiore bellezza. Ma, se per rendere partecipi i suoi compagni, scendesse nuovamente nella caverna, i suoi occhi però sarebbero offuscati dall’oscurità, non abituato più a vedere le ombre. Sarebbe deriso e respinto per gli occhi guasti; e alla fine, probabilmente, anche ucciso dai vecchi compagni, infastiditi dal suo vano tentativo di portarli alla luce.

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